Ricetta (ingredienti e quantità)
Mezzo kg di zucchero, 10 uova, 1 bicchierino d’acqua di fiori d’arancio, 1 cucchiaio scarso di frutti d’anice, 400 g di farina bianca 00, burro per ungere gli stampi, zucchero a velo (facoltativo)
Preparazione (tempo 1 ora)
In un’ampia ciotola lavorare con un mestolino di legno i tuorli delle uova e lo zucchero, e a parte montare il bianco a neve. Unire i tuorli, i frutti d’anice e l’acqua di fiori d’arancio, infine la farina, mescolando bene, ma adagio. Dopo qualche minuto di riposo ungere col burro tutte le superfici d’uno stampo di larghezza pari a circa 10 cm (all’uopo sono in vendita nei negozi anche speciali scatolette di carta resistente, strette e lunghe), colmarlo dell’impasto, livellare, e porre in forno caldo (150-180°) una ventina di minuti. Terminata la cottura, raffreddare, poi rimuovere il filone dallo stampo. Infine tagliare a fette (spesse circa 2 cm) e biscottare sulla placca del forno a 200° per altri venti minuti. Gli anicini si apprezzano freddi, anche spolverati di zucchero a velo, e si possono conservare per lungo tempo in scatole di latta chiuse ermeticamente. Detti anche finocchini, sono forse d’origine piemontese. L’abbinamento enologico suggerito è sempre un passito (a bacca bianca)
Umberto Curti
Ligucibario & Liguvinario
Storia e tradizione degli anicini li trovi nell’Alfabeto del Gusto di Ligucibario, il sito dedicato al made in Liguria e all’etnogastronomia
Le più importanti parole relative a vino, formaggio, pasticceria, pasta, salumi, olio, birra e cucina (compreso un focus specifico sulla cucina araba) le trovi nel Lessico delle Arti Alimentari, sempre su http://www.ligucibario.com/
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