Il profumato pandolce genovese basso
degustato nei Vinerdì di Robbiano e Ligucibario
in abbinamento allo Sciacchetrà della DOC Cinque Terre
Ricetta per 6 persone (ingredienti e quantità)
Mezzo kg di farina 00, 150 g di zucchero, 175 g di burro, 2 uova (di più indurirebbero l’impasto), 50 g di miele d’acacia, mezzo bicchiere di latte intiepidito, 25 g di lievito secco in polvere, 200 g di uva passa sultanina, 100 g di zest d’arancia/cedro a dadini, 30 g di pinoli italiani, una presina di vaniglia, aroma di limone, semi di finocchietto, qualche goccia di marsala come nel fagoccio alassino (facoltativa)
Preparazione (1,5 ore)
Nella classica fontana di farina impastare zucchero, vaniglia, aroma di limone (in gocce, oppure la scorza grattugiata), uova, miele, burro ammorbidito, realizzando un composto omogeneo, anche aiutandosi con qualche goccia d’acqua tiepida. Premere sul piano di lavoro così da non creparlo. Unire il latte tiepido, poi “distribuire” uvetta, pinoli, zest, infine aggiungere il lievito e lavorare con cura amalgamando l’insieme. Modellare il pandolce un po’ come una pagnotta tonda e, su una teglia imburrata e spolverizzata di farina fine, metterlo in forno caldo (170-180°) per un’oretta – attenzione perché può cuocer fuori e restar crudo dentro - . Si mangia e si dona, ritualmente, a Natale. L’indomani è ancora meglio, e le fette avanzate si biscottano. La versione bassa, qui eseguita, sorta di pastafrolla da baking, è più recente dell’altra, che lievita col crescente naturale. L’abbinamento enologico è sempre un passito
Umberto Curti
Storia e tradizione del pandolce genovese (Genoa cake) li trovi nell’Alfabeto del Gusto di Ligucibario, il sito dedicato al made in Liguria e all’etnogastronomia
Le più importanti parole relative a vino, formaggio, pasticceria, pasta, salumi, olio, birra e cucina (compreso un focus specifico sulla cucina araba) le trovi nel Lessico delle Arti Alimentari, sempre su http://www.ligucibario.com/
Nessun commento:
Posta un commento